Questo è quanto affermano recenti studi americani pubblicati in un articolo di Nicholas Carr su The Atlantic Monthly.
La possibilità di avere tutto il sapere a portata di clic,starebbe compromettendo la nostra capacità di pensare e criticare e soprattutto di memorizzare nozioni.
Ormai si prova sempre meno ad assorbire concetti un tantino più evoluti.
Ci si limita alla porzione che ci serve esclusivamente per quell'occasione,creando cosi dipendenza anche per successive visite.
Non solo,starebbe cambiando anche il nostro modo di leggere.
Molti intervistati sostengono che ormai anche la lettura è diventata più frenetica.
L'abitudine a ricercare con la coda dell'occhio le parole chiave che ci servono,rendono difficile la buona "vecchia"lettura di una volta.
Insomma,per molti ad esempio leggere un libro diventa difficile,abituati come sono, solamente a cercare parole chiave a destra e a manca.
Ovviamente ogni studio,ogni ricerca va presa con le molle.
Ma anche ipotizzando la veridicità di tutto ciò,credo che questo stravolgimento sia solo frutto dei tempi cambiati e che indubbiamente abbia portato nelle case molto sapere in più.
Forse si rifletterà un tantino in meno.Ma il sapere ha sempre aperto le menti.
Potremmi convenire che lo fa in modo diverso.Ma io credo altrettanto positivo.
No alla violenza negli stadi
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